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Giovedì 25 giugno la Compagnia di San Michele ha riaperto le sue porte per tornare a parlare del volume “Empoli scomparsa” recentemente pubblicato da Editori dell’Acero.

La tappa pontormese non è casuale: la storia del nostro borgo ha molti aspetti che l’autore, Carlo Pagliai, intende approfondire.

Le belle immagini presenti nel libro illustrano due scorci della Pontorme di inizio Novecento, con i suoi edifici di origine medievale lungo la via Fiorentina e il ponte ottocentesco sull’Orme da cui deriva il toponimo dell’antico castello.

Proprio intorno a quel ponte, poi minato dai tedeschi e ricostruito nel dopoguerra, si è incentrato l’incontro di giovedì sera.

La più interessante divagazione sulla “Pontorme scomparsa” parte infatti dalla spalla destra di quel ponte, quella che guarda Empoli, dove alcune fonti ricordano la presenza di un antico arco o porta di accesso al castello.

Tra le varie testimonianze che indicano l’esistenza di questo misterioso elemento architettonico la più antica si trova proprio qui, nella chiesa di San Michele arcangelo a Pontorme, nella cappella del Battesimo a destra dell’altare maggiore.

Il fonte quattrocentesco reca uno stemma ancora in buono stato di conservazione dove si vedono il ponte e una sorta di arco “moncato” sormontato da arbusti incolti, vegetazione spontanea come quella che – se si alza lo sguardo – è raffigurata anche sulle rovine architettoniche dipinte nell’affresco sulla parete della cappellina.

Un dettaglio che non può essere solo casuale e sul quale Pagliai ha invitato i presenti a soffermare lo sguardo. Proprio perché la storia, a ben vedere, è scritta nei dettagli che ogni giorno abbiamo sotto gli occhi.

Basta solo saperli leggere.

Si ringrazia l’autore, Carlo Pagliai, per aver espresso il desiderio di presentare il suo lavoro anche a Pontorme e per aver colto l’occasione per tornare a parlare del Borgo.